Vetrina 3 – Stampi per cioccolato

Il 1492 è una data fatidica nella storia del mondo, anche dal punto di vista della storia della Gastronomia! Difatti con la scoperta del Nuovo Mondo gli Europei cominciarono ad avere accesso a tutta una serie di nuovi ingredienti che cambiarono la storia dell’alimentazione.

Patate, pomodori, mais, tacchino e soprattutto cacao. La storia di ognuno di questi ingredienti è differente ed ha avuto una propria evoluzione: non tutti questi ingredienti americani, infatti, vennero immediatamente capiti e recepiti dalle cucine europee. Basti pensare che la prima ricetta a stampa di un sugo al pomodoro risale al 1692 ed è contenuta ne ‘Lo Scalco alla Moderna’ di Antonio Latini, di cui un esemplare è in mostra al piano superiore.

Nel 1692, quando il pomodoro timidamente si affacciava nei piatti, la cioccolata era già una bevanda molto molto diffusa!

La prima attestazione di un contatto con il cacao risale al 1502, quando il 30 Luglio nell’isola di Guanaja, comune dell’Honduras, Cristoforo Colombo, durante il suo ultimo viaggio, si imbatte in un’imbarcazione indigena. Fatti salire a bordo, questi indigeni portarono delle merci di scambio, tra cui i semi di cacao. La vera importazione però inizia con le conquiste di Cortez. Quando sbarca sulla costa del Tabasco nel 1519 ed assaggia per la prima volta questa bevanda fatta dagli indigeni, Cortez infatti capisce che può diventare un bene prezioso e facilmente commerciabile.

Leggenda vuole che il primo personaggio importante dell’epoca ad assaggiare la cioccolata fu Pio V, di cui Bartolomeo Scappi – la cui prima edizione potete vedere in mostra al piano superiore – il quale avendo assaggiato per la prima volta questa bevanda fatta a modo degli Indios (quindi il seme non ingentilito, triturato nell’acqua fredda) la trovò disgustosa, non facendole certo una buona pubblicità!

Ma durante il Seicento alla bevanda venne aggiunto lo zucchero e si cominciarono a lavorare i semi in maniera differente e, alla fine del secolo, la Cioccolata divenne molto simile a quella che ancora beviamo con gusto oggi! Durante i primi anni del Settecento si aprì addirrittura un enorme problema religioso legato al consumo della cioccolata: ma il venerdì sarà possibile cibarsi di cioccolata senza rompere il digiuno? Ebbene in Italia si stamparono numerosissime pubblicazioni, ad opera dei maggiori teologi del tempo che si scontrarono sul tema a colpi di citazioni dotte dalla patristica e dalle Sacre Scritture. La tenzone si risolse solo nel 1744 quando padre Concina sancì che mangiare cioccolata di venerdì è peccato (l’edizione originale dell’opera di padre Concina è esposta al piano superiore).

Questa vetrina è dedicata agli stampi per il cioccolato, perché se il cioccolato fino alla fine del Settecento veniva consumato prevalentemente sotto forma liquida, a partire dai primi dell’Ottocento si cominciano a produrre le prime composizioni solide di cioccolato tramite appositi stampi.

Nella vetrina potete ammirare stampi di tutti i periodi: dai più antichi (il n°1 e 2, all’estrema sinistra della vetrina) dal tipico formato a ‘statuetta’ fino ad arrivare agli stampi multipli dei cioccolatini che tutti noi conosciamo. Da un formato prettamente artigianale si passa quindi a formati di tipo industriale come quelli che potete vedere al n°3, le classiche monete di cioccolata, o al n° 4 (pretzel) o ai classici tronchetti natalizi (n°5).

Nel tempo cambia anche il materiale con cui questi stampi vengono realizzati. I più antichi sono in latta, materiale molto malleabile che si presta a creare degli stampi di stile statuario, mentre gli stampi industriali per cioccolatini sono fatti in metalli pesanti come il ferro, rivestiti di latta o alluminio o, più recentemente, in acciaio inox. Altri stampi interessanti all’interno della vetrina sono il n°6, uno stampo italiano di epoca fascista del periodo coloniale, raffigurante un ananas, o il n°7, classico stampo francese della bella epoque raffigurante un uomo su un velocipede.

Abbiamo poi una serie di tre stampi al n°8 che spiccano rispetto agli altri perché sono di un composto chimico: essi sono infatti realizzati in bachelite, e sono fra le prime prove d’uso industriale di questi tipi di nuovi materiali.

Questi sono effettivamente i “nonni” dei moderni stampi in silicone per la produzione casalinga o l’alta pasticceria di produzione artigianale. Altra serie peculiare e molto rara di stampi è quella al n°9, realizzati in Ottone e di origine turca.

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