Al Presidente Conte piacerebbe un Museo della Cucina a Roma

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Oggi ci è capitato di leggere un bell’articolo su Cook de Il Corriere della Sera, a firma di Angela Franda e Alessandra Dal Monte (disponibile qui)  che riportava alcuni dei passi salienti di una ‘chiacchierata’ fra il premier Giuseppe Conte e lo chef Massimo Bottura. Ve ne riportiamo una piccola citazione: “Il presidente del Consiglio ha un’ulteriore idea: ‘Bisognerebbe avere nella Capitale anche un museo della gastronomia. Perché non ci lavoriamo insieme?”.

Un Museo della Gastronomia a Roma?! Fantastico, un’idea brillante, illuminante, eccellente, grandiosa, geniale. Ci vorrebbe proprio a Roma un gran bel… Ah no, aspetta un attimo. Ma noi l’abbiamo già fatto! Il Garum, il BiblioMuseo della Cucina!

Caro Presidente, forse Le è sfuggito che in uno dei palazzi più iconici e misteriosi di Roma, proprio sul Circo Massimo, ha aperto, fra un lockdown e l’altro, il Garum, Biblioteca e Museo della cucina contenente la collezione di Cucina e Gastronomia raccolta da Rossano Boscolo negli ultimi 40 anni ed ora aperta gratuitamente al pubblico.

Due piani. Il primo, come si legge nel nostro sito, mette in mostra le più varie strumentazioni che nel corso dei secoli si sono utilizzate in Alta cucina, in Pasticceria, in Cioccolateria, in Gelateria, nella Panificazione e nelle Cucine domestiche. Ivi sono esposti pezzi che spaziano dagli stampi barocchi per il gelato di primo Seicento alle cucine a gas degli anni Cinquanta del secolo scorso; dalle bellissime mezzine toscane ottocentesche e dalle contemporanee macchine per la pasta fino alle pentole di design del secondo Novecento. Il secondo piano ospita invece, caro Presidente, una delle più incredibili raccolte di libri antichi di cucina e gastronomia esistenti in Europa. La collezione esposta contiene praticamente tutti i più importanti testi di Gastronomia stampati dal Quattrocento ad oggi, la gran parte dei quali in prima edizione.

Conte, Museo della Cucina
Conte, Museo della Cucina. Immagine originale da Wikipedia.

Qualche esempio? Lo Scappi del 1570, Il Rossetti del 1584, la mitica Art de Bien Traiter del 1674 (conosciuta in sole tre copie al mondo), La Chapelle del 1742, l’Appert del 1810, la prima leggendaria edizione dell’Artusi del 1891, apparentemente sopravvissuta in soli 4 esemplari, non facilmente consultabili se Poste Italiane, quest’anno, per la stampa del francobollo celebrativo del bicentenario della nascita dell’Artusi, ha chiesto proprio al Garum le immagini dell’opera originale. E potremmo continuare per una mezz’oretta buona a dar nomi, titoli e anni di stampa di una collezione che sfiora le 3.000 unità bibliografiche (cioè libri, per i meno avvezzi).

Caro Presidente, grazie per questo ‘endorsement’ governativo: non possiamo non dirci d’accordo sul fatto che a Roma sarebbe fantastico poter vedere un vero museo dedicato alla gastronomia. Pertanto la invitiamo a visitarlo, in via dei Cerchi 87. L’ingresso, fra l’altro, è gratuito e non solo per Lei, ma per chiunque lo voglia visitare. Però ci faccia il piacere, non venga prima del prossimo 4 dicembre, data fino alla quale resteremo chiusi come da Suo ultimo Dpcm.

Bacheche del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
Bacheche del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
Vetrine del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
Vetrine del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
Dettagli del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
Dettagli del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
Scaffali nella Sala consultazione del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
Scaffali nella Sala consultazione del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
L'ingresso del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
L'ingresso del Garum, il BiblioMuseo della Cucina
L'iconica facciata del Garum, il BiblioMuseo della Cucina, vista dal Circo Massimo
L'iconica facciata del Garum, il BiblioMuseo della Cucina, vista dal Circo Massimo
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