31. Grand Diner Parisien. Paris, primi giorni del 1871.
500×357 mm. Menu tipografico su cartoncino sottile; la lista dei piatti è incorniciata da una splendida incisione in acciaio raffigurante un’allegoria di Parigi in guerra e gli animali dello zoo impiegati per il pranzo. (J. Claye, Paris).
Durante la guerra franco-prussiana, i tedeschi hanno circondato la capitale francese, cingendola d’assedio e tagliando la maggior parte dei rifornimenti di viveri diretti a Parigi. Il risultato è stato lo sterminio di quasi tutti gli animali presenti in città, dal cavallo al ratto, dal cane all’elefante. Già nei primi d’ottobre 1870, per limitare il macello di pecore e bestiame, la città aveva aperto il mercato alla carne di cavallo, ma la carne equina sarebbe presto diventata un lusso. A metà novembre il razionamento era a pieno regime e i parigini potevano mangiare solo 100 grammi di carne al giorno, ma per carne le autorità intendevano bistecche, cavallo e pesce salato. Gli abitanti della città assediata si erano già rivolti a fonti alternative di cibo: zoo e parchi erano a corto di mezzi per sfamare i loro animali, e sarebbe stato impensabile non mangiare delle bestie destinate in ogni caso all’abbattimento. Così alcuni dei pochi ristoranti rimasti aperti organizzano cene impiegando esotici animali provenienti dallo zoo. Nasce così questo menu con animali da zoo, preparati però con le migliori tecniche di alta cucina francese. La splendida bordura, incisa da Jean Gauchard su disegno di Blocquel, oltre ad illustrare gli animali protagonisti dei piatti, riporta prezzi di carni e vivande; apprendiamo così che la carne di cane era venduta a 4 franchi per libbra, mentre i ratti costavano 2,50 franchi al pezzo. [CHI]