41. Pranzo in onore dei piloti della guerra italo-turca. Milano, Saloni Cova, 4 maggio 1913.
252×158 mm. Menu tipografico impresso in oro e blu su cartoncino. In testa decorazioni xilografiche in oro e in blu. (La Gutenberg, Milano).
La guerra italo-turca vede il primo impiego bellico al mondo dei mezzi volanti, sia aerei che dirigibili. Gli aerei, inizialmente utilizzati per ricognizione, ben presto furono impiegati anche per il bombardamento delle colonne nemiche: il 28 ottobre per la prima volta un aereo diresse il tiro di artiglieria del Sardegna sull’oasi di Zanzur, mentre Giulio Gavotti bersagliò le colonne nemiche usando bombe a mano di tipo Cipelli da 2 kg il primo novembre. Nel corso della guerra ci fu anche il primo pilota militare morto in azione, il sottotenente Manzini, che il 25 agosto precipitò in mare davanti a Tripoli con il suo aereo. Nel corso della guerra la specialità da bombardamento ebbe un’evoluzione continua, prima sostituendo le bombe Cipelli con le più potenti Haasen (sequestrate come preda bellica da una nave che le contrabbandava alle forze turche) dopo che erano state munite di un sistema ad elichetta per liberare la sicura della bomba solo dopo il lancio dall’aereo. Un grande passo avanti nel bombardamento aereo si ebbe l’11 febbraio, quando ad un Blériot XI fu applicato sulla fiancata un tubo attraverso cui far cadere le bombe Bontempelli, studiate appositamente per l’impiego aeronautico. Ben presto, da Alessandro Cagno, venne realizzato “sul campo” un rudimentale dispositivo di mira, formato da una tabella graduata che dava un’inclinazione precisa alla cassetta o al tubo lanciabombe. Il 5 maggio 1913 la Società Patriottica di Milano organizza nella sua sede una manifestazione nella quale vengono premiati gli ufficiali aviatori impiegati nel conflitto e la sera le autorità e gli invitati si riuniscono a banchetto al Ristorante Cova. [LIB]

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