122. IX Anniversario di Buccari. Gardone Riviera, Vittoriale, 10 febbraio 1927.
142×92 mm. Menu dattiloscritto su cartoncino.
La notte fra il 10 e l’11 febbraio 1918 i MAS 94, 95 e 96, quest’ultimo al comando del capitano di corvetta Luigi Rizzo, con a bordo il comandante della missione, capitano di fregata Costanzo Ciano e Gabriele D’Annunzio, penetrano nella ben difesa baia di Buccari, oggi in Croazia, e attaccano le unità nemiche presenti (tre piroscafi da carico ed uno passeggeri). Dal punto di vista operativo l’azione ha avuto un esito irrilevante forse a causa della presenza di reti antisiluro, come si era inizialmente pensato, ma probabilmente perché i siluri, lanciati da breve distanza, erano passati sotto la chiglia dei piroscafi terminando la corsa contro la riva senza esplodere, ad eccezione di uno che era esploso forse per la presenza di un ostacolo sommerso; nonostante questo l’audacia dell’attacco e il messaggio contenuto in tre bottiglie suggellate dai colori nazionali lasciate su galleggianti nella parte più interna della baia, scritto da D’Annunzio, ha avuto un’eco tale da risollevare il morale dell’Italia, messo a dura prova dalla grave sconfitta di Caporetto. Il testo diceva: “In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, son venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d’Italia, che si ridono d’ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l’inosabile. E un buon compagno, ben noto – il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro – è venuto con loro a beffarsi della taglia”, da cui l’appellativo di ‘Beffa di Buccari’ con il quale l’azione è ricordata. [LIB]