118. Colazione offerta dal municipio di Torino al presidente Woodrow Wilson. Torino, Filarmonica, 6 gennaio 1919.
147×101 mm. Menu litografico su cartoncino avorio a libretto, in copertina stemma di Torino fra ornamenti floreali.
La Prima Guerra Mondiale segna l’imporsi degli Stati Uniti come grande potenza internazionale grazie anche all’impegno del suo Presidente, Woodrow Wilson, che al termine del conflitto cerca di promuovere la sua idea di riassetto del mondo sul principio delle comunità etniche e del diritto all’autodeterminazione. Wilson è il primo presidente americano che viene in Europa durante il suo mandato. Lo fa in occasione della conferenza di pace di Parigi che inizierà il 18 gennaio 1919 e durerà circa un anno prima della quale avrà una serie di incontri con i rappresentanti europei. Il 6 gennaio è a Torino, festosamente accolto dalla popolazione quando la sua carrozza attraversa la città; per l’occasione il tratto di Corso Vittorio Emanuele II oltre il ponte Umberto I viene rinominato Corso Presidente Wilson. E poi, naturalmente, c’è il banchetto alla “Filarmonica” con circa 200 convitati. Allietato dall’orchestra dell’Accademia Filarmonica il presidente Wilson ha così modo di gustare prodotti tipici come i bocconcini di dama ed il risotto alla piemontese, e vini come il Grignolino della cantina Enrico Serafino di Canale. Due giorni dopo, l’8 gennaio 1919, in una seduta congiunta del congresso, Wilson pronuncia il famoso discorso dei Quattordici Punti con il quale delinea le condizioni con cui gli Stati Uniti avrebbero intavolato le trattative, assieme agli alleati dell’Intesa, per la pace al termine del conflitto. Il fine e l’intento auspicato ardentemente da Wilson con i Quattordici Punti era di ergere gli Stati Uniti d’America a guida di una radicale rottura con il passato, già a partire dalle trattative di pace con le altre Nazioni vincitrici e sconfitte: i vincitori infatti avrebbero ottenuto compensazione rispetto a quelle pretese che non fossero andate in contrasto con i principi di base enunciati da Wilson stesso (come la fine degli imperi coloniali e, ancora più importante, il principio di autodeterminazione dei popoli). I vinti invece avrebbero subito le durissime condizioni di resa senza diritto di replica (come effettivamente avvenne a Parigi, dato che non vennero invitate le loro delegazioni allo svolgimento dei negoziati). Ma soprattutto, Wilson era determinato a creare un nuovo ordine internazionale, dalle ceneri e dalle macerie dell’Europa devastata da quattro anni di guerra. Un ordine delineato e plasmato secondo la propria visione moralista e all’interno di un sistema legale-procedurale , un sistema in cui il diritto internazionale avrebbe prevalso sul potere delle armi e degli interessi particolari delle varie Nazioni, dove la diplomazia, di dominio pubblico e non più strumento per accordi e trattative segrete, avrebbe risolto in modo pacifico le controversie tra le Nazioni e dove l’uso della forza sarebbe stato relegato ad extrema ratio: il progetto della Società delle Nazioni (che avrebbe visto la luce il 28 Giugno 1919). I suoi principi sono stati applicati soprattutto all’Europa Orientale e al Medio Oriente per ridisegnare i nuovi confini nazionali dopo il crollo dei grandi imperi; non sono stati invece applicati al Sud Tirolo per venire incontro all’Italia, ma Wilson fu contrario all’applicazione dei Patti di Londra sfavorendo gli italiani che vivevano oltre i confini stabiliti alla fine della guerra, creando così il mito della “vittoria mutilata”. Per il mancato sostegno delle richieste italiane alla conferenza di pace Corso Presidente Wilson diventerà Corso Fiume nel 1921. [CHI]

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